Conferenza del Prof. Paolo Acanfora della Sapienza di Roma
Per conto della Fondazione Treccani Cultura, nell'ambito del "Progetto Matteotti uomo libero", si è tenuto lunedì 25 novembre, dalle ore 11.00 alle ore 13.00 circa, presso l'Aula magna del nostro Istituto, il primo incontro con il Prof. Paolo Acanfora della Sapienza di Roma. Il percorso si articola con una serie di iniziative didattico formative: la promozione, la conoscenza e la valorizzazione del pensiero dell'attività politica ed istituzionale di Giacomo Matteotti.
Noi delle classi terze stiamo raccogliendo con molto interesse le informazioni su Matteotti per arricchire le nostre conoscenze e ricordare anche in futuro un personaggio così importante. La lezione è stata molto interessante e il professore è riuscito a relazionarsi con un pubblico per lui più giovane del solito, facendo capire concetti difficili in modo semplice. È stata anche un’occasione per anticipare alcuni argomenti che tratteremo a breve con il programma di storia, facendo inoltre un dibattito con i ragazzi delle altre classi
La parte più significativa di tutto il discorso, secondo noi, è stata quando il Professore ha spiegato cosa voglia dire essere un socialista, un pacifista e un riformista come Matteotti. Un socialista è un individuo che vuole dei cambiamenti nella società per ridurre le disuguaglianze fra i cittadini sul piano sociale, economico e giuridico e che, per fare questo, porta all’attenzione dei governi i problemi delle categorie sociali in difficoltà; un riformista pensa che gli strumenti necessari per ottenere tali cambiamenti siano le riforme, non la rivoluzione, e questo ha ribadito Matteotti quando nel 1922 si è unito al PSU, prendendo le distanze dal neonato partito comunista italiano. Infine essere socialista spesso vuol dire anche essere pacifista, come nel caso di Matteotti, poiché significa mettere al primo posto gli interessi delle classi sociali più fragili e combattere una lotta tra classi, non tra nazioni.
Matteotti dunque si è sempre battuto per la pace, la libertà e i diritti dei suoi concittadini; la cosa che più ci ha colpito è stata il suo coraggio, perché pur sapendo che avrebbe perso la battaglia contro il fascismo e che avrebbe potuto perdere la vita, ha comunque lottato per ciò che era giusto.
Parlare di Giacomo Matteotti significa riflettere sull'importanza della libertà e della giustizia, che devono essere protette contro ogni forma di dittatura. Nonostante il sacrificio di Giacomo Matteotti venga spesso celebrato come simbolo di coraggio e di lotta per la democrazia, la sua morte non riuscì a fermare la dittatura fascista, che continuò a rafforzarsi senza ostacoli. La resistenza contro il regime era ancora troppo debole e frammentata, e l'assassinio di Matteotti non scosse in modo significativo le fondamenta del potere fascista, che riuscì a mantenere il controllo sulla società italiana per molti anni. In effetti, il suo sacrificio potrebbe sembrare più una triste testimonianza della debolezza dell'opposizione, piuttosto che un vero punto di svolta nella lotta per la democrazia. Da questo punto può sembrare che la morte di Giacomo Matteotti sia stata vana, ma solo perché non ha cambiato subito la situazione: in realtà ha fatto in modo che non si dimenticasse la lotta contro il fascismo. La sua figura è diventata un simbolo per chi, anche sotto il regime, voleva difendere la libertà e i diritti. Sebbene molte persone non abbiano reagito immediatamente, l’assassinio di Matteotti ha suscitato indignazione in molti italiani, e il suo ricordo è rimasto vivo. La sua morte ci insegna che difendere la democrazia non è solo una questione di coraggio, ma anche di avere una visione a lungo termine. Anche se il fascismo ha continuato a crescere, il ricordo di Matteotti ha ispirato chi sperava in una società più giusta e libera. Oggi, parlarne ci aiuta a riflettere su quanto sia importante difendere la libertà di pensiero e il diritto di dissentire. Lezione che ci arriva dalla sua vita e morte è che dobbiamo sempre essere attenti a proteggere la democrazia, perché anche oggi rischiamo di perderla se non facciamo attenzione.
Queste due ore sono state dunque preziose e utili per il nostro cammino scolastico e umano.
I ragazzi e le ragazze della classe IIIA
Secondaria di Primo Grado
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